Il regolamento non lo prevede
Perché succede? Perché i nostri schemi mentali spesso bloccano ogni tentavo di cambiare la realtà che ci circonda? Che cosa ci induce a ripeterci all’infinito?
Per alcuni giorni ho fatto il pellegrino sulla Via Francigena.
Certo un pellegrino con carta di credito e GPS, ma tale era il mio ruolo riconosciuto dal documento ufficiale che mi accompagnava, rilasciato a Lucca da un posto tappa accreditato. Diciamo un pellegrino “laico”, avendo dichiarato che i miei scopi principali erano di natura culturale e sportiva.
E’ stata un’esperienza forzatamente corta ma bellissima, appena scalfita dalla mia eccessiva fretta patologica e dalla fatica.
I pellegrini e i semplici camminatori sono accolti con molta simpatia, ancor più che i turisti. Sono portatori sani del virus del desiderio di incontro e conoscenza, muovono un po’ di microeconomia locale al di fuori dei grandi circuiti turistici, in genere si adattano a tutto o quasi. Ovunque io ho trovato sorrisi e incoraggiamenti.
Così è stato anche al mio arrivo nel posto tappa del paese di […], situato in una bella struttura pubblica, che faceva anche accoglienza. Gentilissimi, mi hanno spiegato che potevo dormire presso la loro foresteria, fornita di posti letto, di docce, di lavanderia con possibilità di asciugare gli indumenti. In alternativa, per alleviare la lunga tappa del giorno successivo, mi consigliavano di proseguire ancora per qualche chilometro e arrivare nel paese successivo, dove un sacerdote dava accoglienza nei locali della parrocchia. Se avessi deciso in tal senso, loro stessi avrebbero telefonato per avvertire del mio arrivo.
Mi sono preso un’ora di tempo per decidere, lasciando in ostaggio il mio zaino pesante e fare quattro passi in libertà nel paese. Era relativamente presto, avevo concluso la mia tappa prima di pranzo, mi sarebbe piaciuto proseguire ancora, ma ero già piuttosto stanco. E così mi è venuta l’idea: mangiare lì, chiedere di poter riposare qualche ora nella foresteria pagando il dovuto e poi incamminarmi, arrivando ampiamente in tempo per la cena nella tappa consigliata.
Dopo meno di un’ora, tornando nella […] del paese di […] ho chiesto quindi di fare come avevo pensato: sarei andato dal parroco di […] dopo aver riposato qualche ora in foresteria, offrendomi di pagare l’intera cifra come se mi fermassi per dormire. Rapidi sguardi perplessi dei miei interlocutori, fin quando uno di loro prende coraggio e mi dice: “ Non è possibile perché il regolamento non lo prevede.”
Il racconto finisce qui: per la cronaca ho ringraziato, dicendo che avrei proseguito subito e loro si sono offerti di telefonare al parroco, come stabilito.
“Non si può fare” e “Abbiamo sempre fatto così” sono i nostri terribili blocchi mentali, ci impediscono di cambiare e impediscono ad altri di migliorare. Succede in politica, succede nella vita civili di tutti i giorni.
Eppure in forma un po’ differente ma pur sempre da 2.000 anni, ci diciamo che le regole sono fatte per l’uomo e non l’uomo per le regole.
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